Alfredo
Se c’è uno che non si merita parole di circostanza, quello è Alfredo.
Ironico, polemico, cocciuto, lui si piazzava al centro della scena e sfidava il mondo. Siccome tutti dovevano sentire, le sue provocazioni preferiva pronunciarle a voce molto alta. Quando era in palese difficoltà ricorreva al paradosso più improbabile. Era allora che capivi che quella discussione non sarebbe finita mai. Invece questa volta è finita davvero e mi dispiace molto. Dove lo trovi un altro che quando ti capitava di citare un qualsiasi comunello sperduto – non importa se della Brianza o della Toscana – ti raccontava che, proprio lì, lui era stato chiamato per raddrizzare un pezzo di storia, di passaggio o anche solo di memoria collettiva che qualche sprovveduto aveva tentato di piegare? Lo avranno pure pagato con moneta sonante, ma ho l’impressione approfittasse per portarsi a casa qualcosa in più. Da come ne parlava, capivi che era riuscito a rubare un po’ dell’anima di quei luoghi.
È stato sindaco, assessore, consigliere comunale, sempre senza mai cambiare registro. Nel senso che per lui la carica era relativa. Fosse al governo o all'opposizione contava poco, lui entrava a testa bassa. Si può affermare con ragionevole certezza che non era un diplomatico. Ha sposato molte cause, anche quelle perse in partenza, ma non era uno sprovveduto. Calcolava che anche in circostanze simili si poteva spostare un po’ più in avanti la soglia del vivere civile.
Non era certo un conformista.
Conoscere Alfredo e condividere con lui tanti ideali è stato bello e anche divertente.
Il futuro è qui
Chi pensa sia una moda passeggera non ha capito niente.
Per nostra fortuna, questa è una generazione che fa sul serio.
Sono giovani che hanno deciso di reclamare un futuro prima che sia troppo tardi.
In poche parole, “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”. #fridayforfuture
Pride Monza!
Persone, colori, musica, gioia, ironia: il primo Pride a Monza è stato tutto questo e molto altro più.
La valanga di giovani ha travolto un bel po' dei soliti luoghi comuni che continuano a raccontare una storia vecchia e stucchevole, quella di una città che sarebbe arretrata e conservatrice.
Orgoglio monzese o, per meglio dire, pride Monza!
E ovviamente orgoglioso pure delle Sacramentine.
I Giochi olimpici sono un'opportunità: serve determinazione
Il Cittadino di Monza e Brianza in edicola giovedì 4 luglio pubblica una lettera che ho inviato dopo l'editoriale del Direttore Colombo sulla designazione di Milano e Cortina ad ospitare i Giochi Olimpici Invernali 2026.
Egregio Direttore,
condivido molte delle sue considerazioni circa il ruolo che Monza e la Brianza potranno giocare nelle partita olimpica. In particolare anch’io confido nel fatto che le nostre imprese possano replicare i brillanti risultati conseguiti in occasione di Expo 2015. Un successo, lo ricordo, frutto dello spirito imprenditoriale tipico del nostro territorio, favorito e supportato da un vero e proprio lavoro di squadra svolto dall’insieme dei soggetti istituzionali, economici e sociali.
l’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza aveva stimato in circa 660mila euro l’indotto e le ricadute economiche generate dall’incremento delle presenze alberghiere registrate per i turisti che hanno alloggiato almeno una notte nel territorio brianzolo a Maggio 2015, primo mese di apertura del sito espositivo. Poi, dopo cinque mesi al termine dell’esposizione, l’indotto totale è stato di 3,7 milioni di Euro. La sola città di Monza ha registrato un incremento del 57 per cento di pernottamenti rispetto al 2014. Si è trattato di un valore percentuale, quindi relativo alla situazione di partenza, che addirittura ha superato il dato milanese. E’ anche interessante notare come nel 2016 anziché un calo, le presenze in città sono aumentate di un ulteriore 5 percento, a testimonianza di un’azione strategica che ha innescato un circolo virtuoso.
D’altra parte mi piace ricordare come Monza abbia fatto in un certo senso da apripista in importanti momenti che hanno segnato le tappe di avvicinamento a Expo, quando – anche questo vale la pena ricordare – non erano molti quelli che avevano intuito le potenzialità dell’evento.
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