"È sempre colpa degli altri…"
Allevi fa un bilancio del primo anno di mandato e per giustificare l'immobilismo suo e della Giunta, come al solito scarica le colpe su altri. Compreso chi lo ha preceduto. Ho ritenuto quindi opportuno inviare una lettera al Cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell' ex sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, in risposta all' intervista dell' attuale primo cittadino Dario Allevi pubblicata dal Cittadino giovedì scorso.
Egregio Direttore, in questo ultimo anno ho evitato di scendere direttamente in polemica con il mio successore alla carica di sindaco. L' ho fatto soprattutto perché so bene quali sono le difficoltà che i primi cittadini incontrano quotidianamente nello svolgere il loro compito. Trovo però del tutto immotivato prendersela con la precedente amministrazione per giustificare ciò che è sotto gli occhi di tutti: l' immobilismo e l' evidente incapacità di mantenere le promesse elettorali di chi oggi governa la nostra città. In consiglio comunale abbiamo già dimostrato come l' affermazione "Ho ereditato i conti in disordine", è arbitraria e priva di qualsiasi riscontro oggettivo. Le regole di finanza pubblica, a differenza di un recente passato, sono diventate stringenti e non consentono di mascherare eventuali disavanzi. Vero è che nel corso dei cinque anni della mia amministrazione abbiamo dovuto farci carico di una riduzione della capacità di spesa pari a circa quindici milioni di euro dovuti al patto di stabilità e ai tagli dei trasferimenti dalla Stato.
Due misure negative a cui, fortunatamente, l' attuale amministrazione non dovrà più far fronte.
Sono il primo ad ammettere che le risorse disponibili sono inferiori alle necessità, l' ho verificato sulla mia pelle, ma il compito di chi amministra è quello di risolvere i problemi, non di elencarli o, peggio, scaricarli su altri. Ogni giorno occorre anche un pizzico di creatività per uscire da situazioni intricate che frenano e spesso bloccano anche le soluzioni più ovvie e impediscono di rispondere ai bisogni dei cittadini. Altra cosa invece è la cosiddetta "finanza creativa" citata nell' intervista al Cittadino. Mi è corso un brivido lungo la schiena. Per chi se lo fosse dimenticato, la memoria corre a Tremonti, quando i comuni erano invitati a indebitarsi con i derivati o finanziare la spesa corrente con le plusvalenze da cartolarizzazioni. Tecnicismi difficili da spiegare. Fatto sta che chi ci ha creduto ha lasciato in eredità vuoti di bilancio che altri hanno poi dovuto colmare: a noi è toccato coprire otto milioni di spesa corrente per cessioni immobiliari messe a bilancio ma mai realizzate. All' attuale amministrazione tutto ciò non è capitato. Perché una cosa deve essere chiara: tutte le somme necessarie per i fabbisogni di spesa, comprese quelle dei servizi sociali, sono state reperite con risorse già presenti nel bilancio che abbiamo lasciato in eredità. Gli aumenti decisi dalla Giunta e approvati in consiglio comunale dalla maggioranza invece servono a finanziare le spese del 2018 e quindi nulla hanno a che vedere con il pregresso. Sul resto dell' intervista ci sarebbe molto altro da dire, ma mi fermo qui per non abusare eccessivamente dell' ospitalità del giornale e della pazienza dei suoi lettori. D' altro canto tutto mi interessava, tranne che polemizzare con il sindaco a cui, da cittadino monzese, auguro comunque buon lavoro. Ne ha certamente un gran bisogno.
Non sarò in consiglio regionale.
Poco male. Vorrà dire che mi dedicherò a fare altro. Per ora ho solo voglia di ringraziare con tutto il cuore le donne e gli uomini che mi hanno dato una mano e accompagnato in questa nuova avventura. Molti di loro lo hanno fatto senza nessuna tessera di partito in tasca e qualcuno addirittura mettendo da parte le proprie convinzioni politiche. La delusione è ampiamente compensata dal fatto che ancora una volta ho sentito la stima e l’affetto di tante persone, soprattutto nella mia Monza: il voto diffuso e omogeneo in tutta la città lo conferma. L’occasione di questa campagna elettorale è stata anche quella di tornare a riscoprire la Brianza. Per questo un grazie sincero anche ai circoli del Pd che mi hanno favorito nell’incontro. Per tutto il resto, viene voglia di citare Flaiano: “ La situazione politica italiana è grave ma non seria”. Non sono però sicuro che sia proprio così...
A Monza è stato inaugurato il Bosco della Memoria.
La scelta del luogo non è casuale, tra la via Enrico Messa, martire di Fossoli (con lui furono assassinati altri cinque monzesi che voglio ricordare: Antonio Gambacorti Passerini, Enrico Arosio, Davide Guarenti, Carlo Prina e Francesco Caglio) e la ferrovia, che evoca quei vagoni blindati che corrono lenti verso la morte. Cresceranno gli alberi e il loro tronco rimarrà circondato da larghi anelli. Sono i nomi dei novantadue monzesi internati nei campi di sterminio. Sono la testimonianza delle loro storie, delle loro vite. Lasciatemi essere orgoglioso per aver contribuito da Sindaco alla realizzazione di questo luogo che è di memoria e, insieme, di impegno per il futuro.
Una nuova avventura.
Ho deciso di accettare la candidatura per il consiglio regionale nella lista del Pd a sostegno di Giorgio Gori. Le ragioni sono presto dette. Voglio dare il mio contributo per cambiare il governo della Lombardia e rappresentare al meglio il territorio di Monza e della Brianza. Dopo 25 anni di centrodestra, la Regione più importante d'Italia merita molto di più. Le potenzialità sono enormi e non può bastare il confronto con altre realtà del Paese che stanno peggio di noi. Dobbiamo guardare ai modelli più avanzati, perché il futuro corre e non ci aspetta.
La Regione viene vista spesso come un ente che si occupa di poche cose, la sanità innanzitutto e i trasporti. Non è così: sono molte di più le competenze regionali che incidono sulla nostra vita quotidiana. Nei prossimi giorni cercherò di raccontare come io la penso, proponendo soluzioni praticabili.
Da sindaco e da presidente di Anci Lombardia, l'associazione che raggruppa tutti i comuni lombardi, ho avuto modo di conoscere da vicino la ricchezza dei nostri territori, i loro problemi, le loro aspettative. Anche in una provincia ricca di energie positive come quella di Monza e della Brianza, ho potuto toccare con mano le difficoltà e i problemi che vivono i cittadini e le imprese e però constatare quanto gli interessi e le attenzioni della Regione fossero distanti e diversi. Sono davvero convinto che si può e si deve voltare pagina. Che si può e si deve fare molto meglio. Io ci metto quello che ho: passione, impegno ed esperienza. So bene che da soli non si va da nessuna parte, perciò spero di trovare tanti compagni di viaggio in questa nuova avventura.
Nessun regalo dalla Regione, quei fondi sono nostri!
La firma dell’accordo di programma che prevede l’ingresso di Regione Lombardia nella proprietà indivisa nel Parco di Monza è un atto dovuto. Regione Lombardia non ci regala nulla, semmai per ragioni puramente elettorali, Maroni arriva con colpevole ritardo a mettere finalmente anche la sua firma in calce ad un documento che i comuni di Monza e di Milano (gli attuali proprietari del Parco) deliberarono fin dalla scorsa primavera.
La destinazione di oltre un terzo dei 55 milioni che la Regione metterà a disposizione, sono fortunatamente vincolati dall’accordo sottoscritto prima che arrivasse a Monza l’attuale amministrazione di centrodestra. Un elenco dettagliato di interventi volti alla salvaguardia, al recupero e alla manutenzione straordinaria del patrimonio arboreo e forestale del Parco. Ricordo bene le lunghe trattative con la Regione per definire l’accordo e i tentativi, sostenuti anche dai quadri locali di Lega e FI, di dirottare una parte importante delle risorse sull’Autodromo ed in particolar modo sulle modifiche al tracciato che all’epoca di Ecclestone si erano ipotizzate. Vedremo come la nuova gestione si comporterà. Deve però deve essere chiaro che la partita non è chiusa. Anzi, adesso si apre la fase più importante e per certi versi anche più delicata. Il Consorzio di Gestione, destinatario delle risorse, saprà dimostrarsi all’altezza dei compiti che gli sono stati assegnati e dare avvio alla realizzazione degli interventi? L’emorragia di personale avvenuta negli ultimi mesi non è di buon auspicio. Fatto sta che in questi ultimi mesi il ruolo della Regione è risultato esorbitante, fino al punto da risultare come la vera e propria padrona della Villa e del Parco.
Il valore storico, ambientale e culturale di questo patrimonio è troppo importante per tutto il territorio di Monza e della Brianza e non possiamo certo consentire che a deciderne le sorti siano altri. Perché una cosa deve essere chiara: i fondi regionali sono soldi dei contribuenti lombardi, quindi anche dei monzesi e dei brianzoli. Basta quindi con queste continue genuflessioni, prima nei confronti di Formigoni poi di Maroni. Restituire le risorse ai territori da parte di chi governa, non è un favore ma un dovere.
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