Distanti ma uniti
Sono andato a rileggermi le parole di Mattarella.
Doveva essere un “governo di alto profilo” ma alcuni già li conosciamo e sappiamo che non sono proprio dei draghi (battutaccia…).
Doveva essere un “governo che non debba identificarsi con alcuna formula politica” però il meticoloso dosaggio dei posti assegnati a ciascun partito dimostra che così non è.
Doveva essere “un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili" e per questa ragione Draghi ha coperto i posti chiave con i suoi “tecnici”. I politici (tranne Speranza che ha saputo ritagliarsi un profilo di assoluto valore), ho la sensazione che saranno impegnati nella gestione delle “varie ed eventuali”.
L’Europa ha avuto le garanzie di cui aveva bisogno e il prestito arriverà. Adesso aspettiamo che anche gli italiani abbiano ciò di cui hanno necessità: un governo che si occupi di loro e non di sé stesso e del proprio consenso.
Crudele la nomina della Gelmini alle autonomie: ora Fontana & C. non sapranno più a chi dare la colpa dei fallimenti.
Claudio
È raro conoscere persone come Claudio Colombo.
Quando gli chiesi di salire a bordo (“È un impegno a tempo pieno…”) non ci pensò su nemmeno un attimo (“Come no!”) e da affermato professionista rinunciò a convenienze e opportunità. Se poi hai anche la possibilità di lavorarci insieme, allora sei davvero fortunato. A me è capitato.
Competente e geniale, dovevi usare la ragione se volevi stare al suo passo. Non gli ho mai chiesto perché avesse scelto di fare l’avvocato, ma immagino per quel senso irrefrenabile di giustizia che metteva in ogni suo comportamento.
Generoso, fuori dagli schemi, uno spirito libero, la cravatta sempre un po’ di traverso, a Claudio piaceva attraversare a nuoto i laghi. Lo faceva con naturalezza, come suo solito.
Per cinque anni combattere ingiustizie e privilegi nell’interesse del bene comune è stata la nostra utopia quotidiana.
Grazie Claudio.
A Paola e Aurora un abbraccio infinito.
Il virus del burocratese
Siamo ancora in piena emergenza ed è giusto non alzare i toni.
Per fortuna non tutti sono come quei leghisti di Monza che non riescono proprio a trattenersi e approfittano del primo Consiglio comunale dopo lo scoppio della pandemia per svolgere il loro compito: esaltare l'azione della Regione e della giunta comunale, denigrare l'operato del Governo .
Verrà il tempo e ci sarà modo per chiedere conto di come è stata gestita tutta questa fase.
Però la condizione di eccezionalità non può costituire un alibi per l'assessore ai servizi sociali di Monza.
La quale ha l'obbligo, senza ulteriori indugi, di rispondere alla preoccupazione e al dolore di quei familiari che sono in pena per i propri cari, ospiti nelle Rsa.
Ormai non è più consentito nascondersi dietro a frasi burocratiche che non spiegano nulla, se non comunicare il vuoto di responsabilità che si è creato in quel Palazzo di Piazza Trento e Trieste.
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