Disastro sì, ma griffato.
C’è un che di surreale nella notizia che il Consorzio sta pensando di dotare
i volontari in servizio alla Villa Reale di nuove divise disegnate dallo stilista Balestra. In meno di un anno è successo di tutto in quel luogo straordinario, ma la preoccupazione è per il dress code...
Al piano terra il ristorante è chiuso da mesi.
Il Museo del Design è tornato nella sede milanese di Triennale svuotando di opere e di prestigio gli spazi del Belvedere.
Manca completamente un programma di eventi artistici e culturali di rilievo per il prossimo anno.
Quando il Serrone si chiamava così c’era la fila per visitare le mostre. Poi hanno l’hanno ribattezzato Orangerie (nome chic della Limonaia) ed è diventato un luogo per pochi intimi.
L'ultima botta (per ora) riguarda gli Appartamenti Reali: le visite saranno sospese per tutto il mese di novembre perché l'intera Villa chiude i battenti per fare spazio a un evento privato. Con buona pace della fruizione pubblica.
E’ triste dover constatare che non c'è più alcun interesse turistico e culturale attorno al complesso del Piermarini e come la stagione della sua rinascita sia ormai alle spalle.
La situazione è arrivata ad un punto tale che a partire dal prossimo anno la Villa potrebbe rimanere aperta solo nei fine settimana.
Se così fosse, sarebbe un vero e proprio fallimento e una sconfitta per l’intero territorio. Quello che fa specie è la mancanza assoluta di qualsiasi iniziativa concreta per arrestare il declino. Al netto, ovviamente, delle divise griffate. D’altronde sul Titanic che affonda c’è sempre chi si preoccupa di dare l’acqua ai fiori.
Benvenuto Presidente!
Il Presidente Sergio Mattarella ha visitato il centro della Fondazione MBBM, un luogo di eccellenza di livello internazionale per la cura delle leucemie infantili. Grazie all’impegno di medici, infermieri e ricercatori e in virtù di una straordinaria alleanza con il Comitato Maria Letizia Verga e la Fondazione Tettamanti, nel corso di vent’anni la proporzione dei piccoli pazienti guariti si è completamente ribaltata. Se all’inizio su cento bimbi ricoverati solo venti guarivano, oggi sono ottanta quelli che ce la fanno. Ogni giorno, in quel luogo, decine di persone lavorano senza sosta per azzerare la differenza. Oggi tutti hanno elogiato questa esperienza, anche quelli che meno di due anni fa l’hanno duramente contestata. Meglio così.
Tremetriezerocinque
Nel marzo del 2017 avevamo sottoscritto con un gruppo di ragazzi un patto di collaborazione: il Comune ristruttura il campetto da basket di via Tolomeo (il Cherry Court per quelli dell’ambiente) e voi che ci giocate, lo curate.
I “nuovi” arrivati - quelli del #dettofatto – hanno impiegato più di un anno poi finalmente i lavori sono terminati. Giovedì 13 settembre l’inaugurazione ufficiale anche se da luglio è aperto.
I cestisti sono una categoria che si accontenta di poco. Purtroppo alcuni hanno piedi che sembrano valigie, ma anche i piccoletti su quel campo faticano a metterla da tre: la segnatura del tiro quasi si sovrappone con la linea laterale (eppure di spazio attorno ce n’è in abbondanza). Fin qui qualcuno dirà “non facciamo i difficili, avercene…”
Eppure qualcosa rende unico nel suo genere il new Cherry di via Tolomeo ed è l’altezza dei canestri. Sì, perché solo uno dei due è ai canonici 3,05 mt dal suolo. L’altro, per motivi del tutto misteriosi, è alto molto di più!
Di solito sono le altezze dei giocatori che fanno la differenza. Al Cherry quella dei canestri.
Qualcuno avrebbe dovuto collaudare l’impianto prima di aprirlo e magari, tra un selfie e l’altro, farci un giretto cosi, tanto per controllare. Fatto sta che nei primi mesi di apertura si è giocato a un canestro solo.Per le partite a tutto campo i cestisti nostrani emigrano in massa a Villasanta. Dove si vince e si perde in modo sportivo su un campo normale. Senza la scusa del canestro. #notiziegratis #tremetriezerocinque #famolostrano
"È sempre colpa degli altri…"
Allevi fa un bilancio del primo anno di mandato e per giustificare l'immobilismo suo e della Giunta, come al solito scarica le colpe su altri. Compreso chi lo ha preceduto. Ho ritenuto quindi opportuno inviare una lettera al Cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell' ex sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, in risposta all' intervista dell' attuale primo cittadino Dario Allevi pubblicata dal Cittadino giovedì scorso.
Egregio Direttore, in questo ultimo anno ho evitato di scendere direttamente in polemica con il mio successore alla carica di sindaco. L' ho fatto soprattutto perché so bene quali sono le difficoltà che i primi cittadini incontrano quotidianamente nello svolgere il loro compito. Trovo però del tutto immotivato prendersela con la precedente amministrazione per giustificare ciò che è sotto gli occhi di tutti: l' immobilismo e l' evidente incapacità di mantenere le promesse elettorali di chi oggi governa la nostra città. In consiglio comunale abbiamo già dimostrato come l' affermazione "Ho ereditato i conti in disordine", è arbitraria e priva di qualsiasi riscontro oggettivo. Le regole di finanza pubblica, a differenza di un recente passato, sono diventate stringenti e non consentono di mascherare eventuali disavanzi. Vero è che nel corso dei cinque anni della mia amministrazione abbiamo dovuto farci carico di una riduzione della capacità di spesa pari a circa quindici milioni di euro dovuti al patto di stabilità e ai tagli dei trasferimenti dalla Stato.
Due misure negative a cui, fortunatamente, l' attuale amministrazione non dovrà più far fronte.
Sono il primo ad ammettere che le risorse disponibili sono inferiori alle necessità, l' ho verificato sulla mia pelle, ma il compito di chi amministra è quello di risolvere i problemi, non di elencarli o, peggio, scaricarli su altri. Ogni giorno occorre anche un pizzico di creatività per uscire da situazioni intricate che frenano e spesso bloccano anche le soluzioni più ovvie e impediscono di rispondere ai bisogni dei cittadini. Altra cosa invece è la cosiddetta "finanza creativa" citata nell' intervista al Cittadino. Mi è corso un brivido lungo la schiena. Per chi se lo fosse dimenticato, la memoria corre a Tremonti, quando i comuni erano invitati a indebitarsi con i derivati o finanziare la spesa corrente con le plusvalenze da cartolarizzazioni. Tecnicismi difficili da spiegare. Fatto sta che chi ci ha creduto ha lasciato in eredità vuoti di bilancio che altri hanno poi dovuto colmare: a noi è toccato coprire otto milioni di spesa corrente per cessioni immobiliari messe a bilancio ma mai realizzate. All' attuale amministrazione tutto ciò non è capitato. Perché una cosa deve essere chiara: tutte le somme necessarie per i fabbisogni di spesa, comprese quelle dei servizi sociali, sono state reperite con risorse già presenti nel bilancio che abbiamo lasciato in eredità. Gli aumenti decisi dalla Giunta e approvati in consiglio comunale dalla maggioranza invece servono a finanziare le spese del 2018 e quindi nulla hanno a che vedere con il pregresso. Sul resto dell' intervista ci sarebbe molto altro da dire, ma mi fermo qui per non abusare eccessivamente dell' ospitalità del giornale e della pazienza dei suoi lettori. D' altro canto tutto mi interessava, tranne che polemizzare con il sindaco a cui, da cittadino monzese, auguro comunque buon lavoro. Ne ha certamente un gran bisogno.
Non sarò in consiglio regionale.
Poco male. Vorrà dire che mi dedicherò a fare altro. Per ora ho solo voglia di ringraziare con tutto il cuore le donne e gli uomini che mi hanno dato una mano e accompagnato in questa nuova avventura. Molti di loro lo hanno fatto senza nessuna tessera di partito in tasca e qualcuno addirittura mettendo da parte le proprie convinzioni politiche. La delusione è ampiamente compensata dal fatto che ancora una volta ho sentito la stima e l’affetto di tante persone, soprattutto nella mia Monza: il voto diffuso e omogeneo in tutta la città lo conferma. L’occasione di questa campagna elettorale è stata anche quella di tornare a riscoprire la Brianza. Per questo un grazie sincero anche ai circoli del Pd che mi hanno favorito nell’incontro. Per tutto il resto, viene voglia di citare Flaiano: “ La situazione politica italiana è grave ma non seria”. Non sono però sicuro che sia proprio così...
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