Oggi il/la Presidente del Consiglio è intervenuta (a distanza) all'assemblea Anci. Ai comuni che chiedono di eliminare i tagli previsti nelle legge di Bilancio perché tutti i costi sono aumentati, a cominciare da quelli per l'energia, Giorgia nei panni di Maria Antonietta, ha promesso presidenzialismo e autonomia differenziata. “Nel rispetto - ha assicurato, bontà sua - della Costituzione”.
Ho conosciuto Roberto Maroni nel '93. Fu lui a condurre la trattativa per la formazione della prima giunta leghista a Monza. L'ho incontrato di nuovo poi nell'aprile del 2013, fresco di elezione a Presidente di Regione Lombardia, in occasione dell'inaugurazione del tunnel di Viale Lombardia. Fino al 2017 da sindaco e presidente di Anci Lombardia, ho avuto l'opportunità di frequentarlo. Sono decise le intense che abbiamo raggiunto un favore del sistema delle autonomie lombarde. In tempi difficili per la finanza locale, abbiamo sottoscritto numerosi accordi, uno fra tutti il Patto per la Lombardia a favore dei comuni capoluogo (il finanziamento per il recupero dell'ex padiglione Borsa è frutto di quell'intesa).
Mi piace poi ricordare come insieme abbiamo gettato le basi concrete per un impegno diretto della Regione su Parco e Villa Reale che ha portato al finanziamento di cinquantacinque milioni di euro (purtroppo a tutt'oggi solo per una minima parte spesi).
Poi, terminate entrambe quelle esperienze, qualche volta ci scambiavamo opinioni su WhatsApp.
Sul piano politico eravamo molto distanti ma lealtà e correttezza non sono mai venute meno grazie al suo forte senso delle istituzioni.
Sarà che era una persona garbata, abbiamo lo stesso nome, siamo quasi coetanei e milanisti veri, fatto sta che per lui ho provato molta simpatia.
In un paese, pardon, nazione normale l'iniziativa sarebbe stata archiviata con una compassionevole pacca sulla spalla a chi è venuta in mente e morta lì.
Invece c'è da scommettere che la questione terrà banco ancora nei prossimi giorni.
Un po' come è accaduto in occasione della bizzarra idea di consegnare a Letizia Moratti la rappresentanza del campo progressista lombardo.
Fa bene il/la Presidente del Consiglio a rivendicare il ruolo di madre e a rifiutare qualsiasi ingerenza nella sua sfera privata.
Ora però deve anche provvedere, nel suo ruolo pubblico, a tutelare la dignità di un'azienda finanziata con il canone e che non ha come scopo sociale quello di asciugare le lacrime e consolare i delusi.
In sintesi, per riconquistare il consenso dei ceti popolari, come primo passo il Pd dovrebbe candidare una campionessa della borghesia milanese.