Vale la pena leggere questa lettera inviata al Corriere della Sera.
Ammesso che sia vera (e non ho motivo di dubitare), rappresenta lo spaccato di una parte della nostra società.
Sono convinto che l'artigiano di Varese è una persona laboriosa, che fa sacrificio per assicurare una vita dignitosa a sè e alla sua famiglia, che sacramenta quanto basta per considerarsi comunque anche un buon cristiano.
Credo anche che sia sincero quando considera di reciproco vantaggio farsi pagare in nero dal cliente.
Insomma si capisce che se in Italia circolasse solo il contante, per lui sarebbe il Paese, pardon, la Nazione ideale perché non dovrebbe più inventarsi sotterfugi e antipatici magheggi.
Quindi, grazie al Governo, Marco F. da Varese ritroverà la sua serenità, mentre gli altri, quelli che le tasse le pagano, s'incazzeranno ancora di più.
E' un gesto ignobile e vile.
Non ci sono giustificazioni.
Avrebbe avuto tanti altri modi diversi per affrontare quell'uomo. Ha scelto di non rispettarne la dignità.
Chissenefrega, in fondo, anche quello e' un “carico residuale” di questa società.
Per quanto mi riguarda, non entrerò mai in quel bar.
E adesso che l'invasione dei “nostri confini” si e' compiuta, chi vi difenderà dalle vostre paure?
Archiviata definitivamente la bizzarra ipotesi che Letizia Moratti possa essere il rappresentante del centrosinistra (ossimoro politico), non ci sono dubbi che la signora abbia le idee ben chiare su come governare la Lombardia.
Poco importa se la sfuriata di fine settembre contro Fontana aveva avuto argomenti diversi dalle recenti accuse di inefficienza.
No, si trattava di ben altro. Accusò infatti il presidente di non rispettare il patto di alternanza al vertice di Regione Lombardia.
Comunque ciò che conta è che, sfumata la prima opportunità, nello spazio di un cambio d'abito, ha trovato quella di riserva.