Siamo ancora in piena emergenza ed è giusto non alzare i toni.
Per fortuna non tutti sono come quei leghisti di Monza che non riescono proprio a trattenersi e approfittano del primo Consiglio comunale dopo lo scoppio della pandemia per svolgere il loro compito: esaltare l'azione della Regione e della giunta comunale, denigrare l'operato del Governo .
Verrà il tempo e ci sarà modo per chiedere conto di come è stata gestita tutta questa fase.
Però la condizione di eccezionalità non può costituire un alibi per l'assessore ai servizi sociali di Monza.
La quale ha l'obbligo, senza ulteriori indugi, di rispondere alla preoccupazione e al dolore di quei familiari che sono in pena per i propri cari, ospiti nelle Rsa.
Ormai non è più consentito nascondersi dietro a frasi burocratiche che non spiegano nulla, se non comunicare il vuoto di responsabilità che si è creato in quel Palazzo di Piazza Trento e Trieste.
Fanno bene i sette Sindaci dei comuni capoluogo a ritornare sull'argomento. Purtroppo Fontana ha pubblicamente bollato di strumentalità un’iniziativa finalizzata a conoscere in che modo Regione Lombardia intenda muoversi su tre fronti: mascherine, protezione RSA e avvio test sierologici. Vediamo se finalmente risponderà nel merito oppure la butterà di nuovo in caciara.
Tutto ciò suggerisce una considerazione. Si dice da più parti che “dopo”, nulla sarà più come prima. Eppure anche in questo “durante” sarebbe opportuno capire che è venuto il momento di cambiare registro.
Invece a quanto pare, alcuni non cambiano proprio mai e indomiti rimangono fedeli a sé stessi, qualunque cosa accada.
Per esempio ci sono quelli che continuano allegramente a tagliare nastri come nulla fosse. E ci sono invece quelli che in silenzio mettono in funzione nuovi ospedali. Quelli che sminuiscono i contributi governativi per l’emergenza alimentare e quelli che nel frattempo hanno già iniziato a distribuire i buoni spesa. Insomma, come sempre, anche prima del Coronavirus, c’è chi dice e chi fa.
La decisione da parte del gestore di Villa Reale di andarsene (qui l'articolo del Giorno) chiedendo addirittura un risarcimento economico al Consorzio è certamente grave.
E anche il comportamento del Consorzio che ha tenuto per tre mesi all'oscuro i monzesi su ciò che accadeva non è da meno.
Scopriamo solo adesso che mentre si celebrava l'arrivo in Villa dei Cerea, noti ristoratori bergamaschi, il postino aveva già recapitato la raccomandata a firma Navarra che annunciava la rottura del contratto.
Per non parlare dell'ultimo numero dell'informatore comunale con il Sindaco, che è anche Presidente del Consorzio, a dichiarare che "la Villa Reale punta sempre più in alto" ma tace sul fatto che l'attuale gestore se ne va sbattendo la porta e vuole pure i danni.
Nell'attesa che il Consorzio renda nota la risposta ufficiale al gestore, contestando le evidenti incongruenze che, se sono quelle riportate nell'articolo pubblicato da Il Giorno, appaiono alquanto risibili (affermare per esempio che durante Expo la Villa non è stata valorizzata, significa dimenticare i numerosi eventi di carattere internazionale che si sono svolti in quel periodo, a cominciare dalla mostra "Il fascino e il mito dell’Italia. Dal Cinquecento al Contemporaneo", che ha raccolto 120 opere di grandi artisti, da Van Dyck, a Rubens, Correggio, Tiziano, oltre alle opere di Picasso, Yves Klein e Andy Warhol solo per citarne alcuni) sarà bene assicurarsi che gli obblighi contrattuali in capo al gestore siano puntualmente rispettati. A cominciare dagli investimenti per gli interventi di manutenzione straordinaria sull'immobile stabiliti nel contratto.
Perché non sia mai che oltre al danno ci tocchi pure la beffa.
Olocausto deriva dal greco: olos tutto kaustos bruciato.
Shoah richiama la distruzione e la desolazione dopo la tempesta.
Sono parole dure.
Come dure sono le pietre di inciampo affinchè duri nel tempo la memoria di Alessandro Colombo e Ida Zamorani.