La scelta del luogo non è casuale, tra la via Enrico Messa, martire di Fossoli (con lui furono assassinati altri cinque monzesi che voglio ricordare: Antonio Gambacorti Passerini, Enrico Arosio, Davide Guarenti, Carlo Prina e Francesco Caglio) e la ferrovia, che evoca quei vagoni blindati che corrono lenti verso la morte. Cresceranno gli alberi e il loro tronco rimarrà circondato da larghi anelli. Sono i nomi dei novantadue monzesi internati nei campi di sterminio. Sono la testimonianza delle loro storie, delle loro vite. Lasciatemi essere orgoglioso per aver contribuito da Sindaco alla realizzazione di questo luogo che è di memoria e, insieme, di impegno per il futuro.
Ho deciso di accettare la candidatura per il consiglio regionale nella lista del Pd a sostegno di Giorgio Gori. Le ragioni sono presto dette. Voglio dare il mio contributo per cambiare il governo della Lombardia e rappresentare al meglio il territorio di Monza e della Brianza. Dopo 25 anni di centrodestra, la Regione più importante d'Italia merita molto di più. Le potenzialità sono enormi e non può bastare il confronto con altre realtà del Paese che stanno peggio di noi. Dobbiamo guardare ai modelli più avanzati, perché il futuro corre e non ci aspetta.
La Regione viene vista spesso come un ente che si occupa di poche cose, la sanità innanzitutto e i trasporti. Non è così: sono molte di più le competenze regionali che incidono sulla nostra vita quotidiana. Nei prossimi giorni cercherò di raccontare come io la penso, proponendo soluzioni praticabili.
Da sindaco e da presidente di Anci Lombardia, l'associazione che raggruppa tutti i comuni lombardi, ho avuto modo di conoscere da vicino la ricchezza dei nostri territori, i loro problemi, le loro aspettative. Anche in una provincia ricca di energie positive come quella di Monza e della Brianza, ho potuto toccare con mano le difficoltà e i problemi che vivono i cittadini e le imprese e però constatare quanto gli interessi e le attenzioni della Regione fossero distanti e diversi. Sono davvero convinto che si può e si deve voltare pagina. Che si può e si deve fare molto meglio. Io ci metto quello che ho: passione, impegno ed esperienza. So bene che da soli non si va da nessuna parte, perciò spero di trovare tanti compagni di viaggio in questa nuova avventura.
La firma dell’accordo di programma che prevede l’ingresso di Regione Lombardia nella proprietà indivisa nel Parco di Monza è un atto dovuto. Regione Lombardia non ci regala nulla, semmai per ragioni puramente elettorali, Maroni arriva con colpevole ritardo a mettere finalmente anche la sua firma in calce ad un documento che i comuni di Monza e di Milano (gli attuali proprietari del Parco) deliberarono fin dalla scorsa primavera.
La destinazione di oltre un terzo dei 55 milioni che la Regione metterà a disposizione, sono fortunatamente vincolati dall’accordo sottoscritto prima che arrivasse a Monza l’attuale amministrazione di centrodestra. Un elenco dettagliato di interventi volti alla salvaguardia, al recupero e alla manutenzione straordinaria del patrimonio arboreo e forestale del Parco. Ricordo bene le lunghe trattative con la Regione per definire l’accordo e i tentativi, sostenuti anche dai quadri locali di Lega e FI, di dirottare una parte importante delle risorse sull’Autodromo ed in particolar modo sulle modifiche al tracciato che all’epoca di Ecclestone si erano ipotizzate. Vedremo come la nuova gestione si comporterà. Deve però deve essere chiaro che la partita non è chiusa. Anzi, adesso si apre la fase più importante e per certi versi anche più delicata. Il Consorzio di Gestione, destinatario delle risorse, saprà dimostrarsi all’altezza dei compiti che gli sono stati assegnati e dare avvio alla realizzazione degli interventi? L’emorragia di personale avvenuta negli ultimi mesi non è di buon auspicio. Fatto sta che in questi ultimi mesi il ruolo della Regione è risultato esorbitante, fino al punto da risultare come la vera e propria padrona della Villa e del Parco.
Il valore storico, ambientale e culturale di questo patrimonio è troppo importante per tutto il territorio di Monza e della Brianza e non possiamo certo consentire che a deciderne le sorti siano altri. Perché una cosa deve essere chiara: i fondi regionali sono soldi dei contribuenti lombardi, quindi anche dei monzesi e dei brianzoli. Basta quindi con queste continue genuflessioni, prima nei confronti di Formigoni poi di Maroni. Restituire le risorse ai territori da parte di chi governa, non è un favore ma un dovere.