Il capitolo dal libro “Delfini nel Lambro” dedicato allo sport. Roberto Scanagatti risponde alle domande di Angelo Longoni

 

Una vita da mediano, ma solo nello sport. Lei, in gioventù, è stato un buon calciatore della Gerardiana. Poi so che fino a prima di fare il sindaco, quando aveva tempo, le piaceva pedalare. Insomma, conosce quali sono i benefici prodotti dall’attività sportiva. E sport anche come portatore di valori. Eppure c’è chi l’ha accusata di non tenerne tanto conto, visto che l’assessorato allo Sport è sparito ed è stato trasformato in una delega assegnata a un consigliere comunale. Che risponde?

Mi permetta prima di condividere un antico ricordo.

Prego...

Ho ben presente che nella stessa società, lei giocava da terzinaccio. La palla non la prendeva tanto, aveva la fama di gran fresatore di calli. Era la disperazione del suo allenatore, l’indimenticato Angelo Villa, per tanti anni dipendente del nostro Comune. Quindi la sua è tutta invidia. Ma veniamo alla domanda. Qualcuno forse ancora ricorda il falò che il ministro Calderoli organizzò quando fu approvata la legge sulla semplificazione amministrativa. Migliaia di leggi eliminate. L’unica cosa che tagliò fu il numero di assessori nei comuni. La giunta precedente poteva contare su quattordici assessori, noi appena nove. Ho dovuto quindi studiare accorpamenti per diversi settori. Il rischio era che lo sport andasse a finire in un gran calderone e non gli fosse riconosciuto quello spazio e quella attenzione specifica che invece merita. Ho tenuto per me l’assessorato, delegando però un consigliere comunale a seguire la materia. E credo che il risultato sia stato di gran lunga migliore rispetto anche al più recente passato.

E allora parliamo di calcio. Lei grande tifoso del Milan (beh, nessuno è perfetto) e assiduo frequentatore del Brianteo per sostenere il Monza che, quest’anno, ha fatto felici i tifosi. Qui siamo usciti davvero da un incubo, dopo molte sciagurate gestioni del club biancorosso negli ultimi anni.

Purtroppo questa stagione ho potuto assistere a poche partite, ma finalmente c’è stata la svolta da tanto tempo attesa. Il ritorno in Lega Pro è il minimo per una squadra come il Monza, storicamente da sempre di casa in serie B. Un brutto ciclo sembra ormai concluso. In questi anni ho visto pseudo imprenditori di ogni risma. Uno si era perfino presentato accompagnato da un tipo che lasciò uno strano bigliettino da visita: manager del “Maifredi Team”.

Ma non era la squadretta di ex calciatori che mimava in una trasmissione Rai i gol quando ancora non c’erano le dirette? 

Proprio loro. Una roba di quindici anni prima, ma quello ancora girava con gli stessi biglietti da visita...Personaggi improbabili, molti dei quali erano interessati esclusivamente a operazioni immobiliari. Oggi la società è sana, ha un presidente brianzolo appassionato e competente.

E il discorso scivola inesorabilmente sul Brianteo. Che futuro per il nuovo stadio inaugurato nel 1988 e diventato in fretta vecchio e pieno di magagne?

Mi pare di poter dire che finalmente siamo sulla strada giusta. L’attuale proprietà è seriamente intenzionata ad attuare un progetto di riqualificazione dell’intero impianto. In Italia e all’estero gli esempi non mancano e il Brianteo ha tutte le caratteristiche adatte. A cominciare dal fatto che è esterno al centro abitato e posto in prossimità delle maggiori direttrici autostradali.

Se il calcio ci ha fatto soffrire, grandi soddisfazioni su altri versanti.

Lo può dire forte: Monza è la prima città in assoluto che può vantare due squadre di pallavolo, maschile e femminile, contemporaneamente nella massima serie. Tutto ciò grazie al Consorzio Vero Volley, una realtà sportiva che vengono a studiare dall’estero e che associa più di mille giovani praticanti.

Le donne nello sport portano Monza alla ribalta più che i maschietti...

Una volta tanto ci troviamo d’accordo. Nel 2014 le ragazze del Rugby Monza hanno conquistato lo scudetto d’Italia e l’anno successivo sono arrivate di nuovo in finale.

Belle storie, però di vertice. Per tanti motivi, le società sportive dilettantistiche (e non solo dilettantistiche) faticano a mantenersi, i costi sono sempre più alti e spesso non dispongono di impianti adeguati. Su quest’ultimo punto viene chiamata in causa l’amministrazione comunale. Che ha fatto in questi 5 anni?

Potrei cavarmela ricordando i tagli di bilancio che abbiamo subito. Siccome però non credo che un sindaco debba lamentarsi ma trovare soluzioni, segnalo che a Monza in questi anni non sono mancati investimenti e fondi per migliorie e manutenzioni di tutti gli impianti, ordinarie e straordinarie.

Belle parole, ma veniamo alle cifre.

Nonostante le difficoltà, abbiamo stanziato più di quattro milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria e adeguamento impiantistico in molti dei 53 impianti sportivi presenti nelle scuole e sul territorio comunale. Abbiamo voluto ripristinare la loro funzionalità e garantire a tutti la possibilità di continuare a praticare le diverse attività sportive. E poi ancora una cosa, di cui sono orgoglioso: aver dotato tutte le palestre di defibrillatori di ultima generazione.

E finiamo in gloria, in bicicletta: il 28 maggio 2017 la tappa Monza-Milano con partenza dall’autodromo nazionale per chiudere il Giro d’Italia numero 100. Una cronometro individuale di 28 chilometri che magari potrà anche essere decisiva per la classifica finale ma che sicuramente diffonderà le immagini di Monza in tutto il mondo, come il Gp di F1.

Appunto. E col Giro d’Italia si chiudono cinque anni intensi, di grande fatica ma anche di grandi soddisfazioni soprattutto perché Monza è tornata a rivestire il ruolo che le compete, ovvero di città che merita di stare in primo piano.

 

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