Nelle richieste ai parlamentari lombardi anche il superamento del vincolo sull'acquisto dei mobili

 “Se la Legge di stabilità 2016 ha costituito un passo importante nella direzione indicata dai Comuni, oggi vogliamo ribadire le nostre richieste per una reale semplificazione amministrativa che, come Anci Lombardia, auspichiamo da tempo al fine di liberare gli enti locali da vincoli e procedure che rendono difficoltoso innovare e sviluppare la macchina amministrativa. Per questo motivo abbiamo inviato ai parlamentari lombardi le nostre proposte per riconoscere una concreta autonomia gestionale ed organizzativa ai Comuni”. Si esprime così Roberto Scanagatti, Presidente di Anci Lombardia, commentando la richiesta di semplificazione amministrativa avanzata dall’Associazione al Parlamento.
Per Scanagatti “già in occasione della discussione della Legge di stabilità avevamo presentato proposte di emendamento per superare le limitazioni e le invasioni di autonomia, mentre ora chiediamo  un decreto legge apposito per abrogare le norme che ingessano l’operato locale.  Oggi i Comuni sottolineano soprattutto la necessità di operare una semplificazione delle norme e del sistema di controlli cui i Comuni sono sottoposti. Un Comune deve infatti ottemperare a 60 incombenze tra controlli e monitoraggi che, soprattutto nei piccoli centri, spesso bloccano di fatto l’azione amministrativa”.
Il Presidente di Anci Lombardia riassume le richieste dei Comuni in quattro punti: “semplificazione ordinamentale delle procedure; semplificazione del percorso delle gestioni associate per i piccoli Comuni; snellimento delle norme riguardanti il personale per rendere più semplice alcuni passaggi, e il rapporto con le aziende partecipate e, infine, abrogazione delle norme che limitano la possibilità per le Amministrazioni Comunali di ricorrere a professionalità disponibili ad impegnarsi per il bene pubblico in CdA di Fondazioni o Enti partecipati”.
Considerando la complessità delle norme in essere, Scanagatti punta il dito anche contro “un’ingiusta limitazione contenuta nel Decreto Milleproroghe che limita l’acquisto di mobili ed arredi dell’80% rispetto alla spesa sostenuta mediamente nel 2010-2011. Questo mette in difficoltà molti Comuni che, spesso uscendo da affittanze particolarmente onerose, hanno recuperato spazi pubblici da destinare a uffici comunali, centri civici, luoghi destinati alla cultura e di aggregazione che devono per forza restare inutilizzati poiché non si possono acquistare gli arredi necessari. Come Anci Lombardia abbiamo presentato degli emendamenti per abrogare questo assurdo divieto”.
Scanagatti, infine, precisa che “le proposte di Anci Lombardia possono costituire un reale cambiamento di passo del sistema Italia, una riforma attuabile e a costo zero, che abolirebbe norme e cavilli ormai superflui o contradditori con l’attuale equilibrio istituzionale”.