Nuovo capitolo dal libro “Delfini nel Lambro”. Roberto Scanagatti risponde alle domande di Angelo Longoni a proposito dei giovani di Monza

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I giovani monzesi spesso si lamentano: questa città non fa per noi, meglio Milano. È d’accordo?

Solo in parte, perché se è vero che con Milano non c’è partita è altrettanto vero che anche Monza offre opportunità. Via Bergamo è diventata ormai un luogo di ritrovo per centinaia di giovani. Abbiamo cercato in questi anni di regolamentare meglio quello che ormai è diventato un vero e proprio fenomeno, soprattutto per contenere i disagi nei confronti dei residenti.

Ma per poter dare opportunità di crescita e svago ai giovani servono anche spazi. E qui non siamo certo messi bene.

In questi anni abbiamo puntato a rendere i giovani protagonisti attivi delle diverse iniziative a loro rivolte. Siamo passati dagli eventi - costosi - durante i quali i giovani erano spettatori, ai progetti dove loro sono attori.

Sta parlando del Nei e del Cantalupo?

Sì, oggi la Sala studio del Nei completamente rinnovata e aperta anche fino ad ora tarda, è gestita direttamente da un gruppo di studenti. Nel quartiere Cantalupo un’area abbandonata è diventata un campetto da calcio, un orto biologico e un luogo di socializzazione, il tutto progettato e realizzato con i giovani che lì abitano. Sempre al Cantalupo è sorto un bike park, con tanto di rampe, gestito dai ragazzi appassionati freestyler in bici. E tra non molto, accanto, verrà allestito un tendone dove si potranno seguire corsi di giocoleria e arti circensi. Poi, ovviamente, la stagione dei grandi concerti.

Che, però, rovinano i prati del Parco.

Polemica inutile e superata. E poi comprendo bene che alla sua età è meglio andare a letto presto. Ma lei non ha mai partecipato a uno di questi eventi? Migliaia di giovani che hanno l’opportunità di seguire a Monza, i cantanti e i gruppi più importanti del panorama internazionale. Con un grande ritorno d’immagine per tutto il nostro territorio.

E ora, in piena campagna elettorale, lei candida Monza a Capitale italiana dei giovani 2018.

La sua è pura malafede. Si tratta di un progetto che parte da lontano. Nel mese di marzo abbiamo organizzato due incontri aperti ai giovani monzesi per raccogliere idee. Proposte che guardano a una città sempre più a misura di ragazze e ragazzi e che costituiscono la piattaforma programmatica per sostenere la candidatura.

Gli obiettivi di questo premio quali sono?

La promozione e l’attivazione di idee e di progetti innovativi, per affidare e ai giovani un ruolo sempre più da protagonisti. E la proposta di un modello efficace, capace di rafforzare il rapporto e l’interazione fra i giovani e le istituzioni a livello locale, per favorire la loro partecipazione attiva alla vita delle comunità a cui appartengono.