Riprendiamo un altro capitolo dal libro “Delfini nel Lambro”. Roberto Scanagatti risponde alle domande di Angelo Longoni a proposito dei tagli della spesa

 

20170518 municipio

 

Dal 2014 i Comuni ricevono sempre meno soldi dallo Stato. Sindaco, qualche ragione i leghisti ce l’hanno.

Mica tanto, perché quando loro sono stati al governo non è che le cose sono andate meglio. Anzi, non dimentichiamoci che il patto di stabilità lo ha introdotto Tremonti durante il Governo Berlusconi e che la maggior parte dei tagli sono avvenuti per effetto di provvedimenti decisi sempre in quel periodo.

Una specie di bomba ad orologeria…

Esattamente. Innescata con Berlusconi e scoppiata con Monti, che non ha fatto nulla per disinnescarla, con conseguenze devastanti per i comuni.

A quanto ammonta la scure romana per Monza?

L’effetto delle manovre di finanza pubblica ha comportato una riduzione di 20 milioni annui sulla nostra possibilità di spesa. Se si considera che il bilancio del nostro comune per le sole spese correnti, cioè quelle che servono per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e per far fronte ai servizi essenziali quali i trasporti, le mense scolastiche, i servizi sociali e scolastici, la pubblica illuminazione, la cura del verde, la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti è pari a 129 milioni di euro circa risulta chiaro a tutti che la riduzione è stata davvero notevole.

Malgrado il braccino romano sempre più corto lei è riuscito a non tagliare i servizi alla persona. Come ha fatto?

Abbiamo fatto delle scelte. Abbiamo preferito garantire l’assistenza ai cittadini più in difficoltà, mi riferisco alle persone disabili, agli anziani soli, a chi si è trovato improvvisamente senza un posto di lavoro e con una famiglia a carico.

Ovvio che se la coperta è corta qualcosa rimane fuori…

Infatti la manutenzione delle strade e dei marciapiedi è andata in sofferenza. Ora che il patto di stabilità non c’è più e anche i tagli si sono fermati, siamo ripartiti proprio su quel fronte. Non dimentichiamoci che nel nostro comune sono 280 i chilometri di strade e che quindi occorre agire con interventi cospicui e sistematici. Noi abbiamo investito 3,5 milioni di euro, sistemando 74 km di strade e recuperando una situazione che era stata lasciata andare per troppo tempo.

Un bel taglio per il trasporto pubblico.

Sui bus abbiamo dovuto fare scelte dolorose. Lo so che per molti cittadini la riduzione delle corse festive crea disagio. Ma ancora una volta, di fronte al drastico taglio dei trasferimenti, abbiamo dovuto fare delle scelte. Abbiamo ritenuto che non si poteva ridurre il servizio nelle ore di punta, quando sono i lavoratori e gli studenti che utilizzano i mezzi.

E gli altri tagli?

Abbiamo ridotto al massimo i contributi a pioggia, che prima venivano elargiti senza alcun criterio di trasparenza ad associazioni culturali e sportive. Tagliato una serie di spese improduttive o peggio parassitarie: la chiusura di Scenaperta ha tappato una voragine che aveva già superato il milione di euro di debito. Per che cosa poi? Per organizzare in Piazza Duomo durante i giorni del Gran Premio la gara di lancio del telefonino. Oppure sotto l’Arengario il Casinò di Campione, con tanto di slot machine per insegnare ai giovani come si fa a giocare d’azzardo!

L’opposizione sostiene che avete aumentato non una, ma tutte le tasse comunali.

Solo l’addizionale Irpef è stata aumentata per far fronte ai minori trasferimenti da parte dello Stato e comunque in misura inferiore a quanto ci era consentito. Ma soprattutto abbiamo compensato gli incrementi introducendo aliquote differenziate in funzione del reddito e abbiamo innalzato gli scaglioni di esenzione per favorire le categorie più basse. Oggi sono 38 mila i contribuenti esenti su un totale di 87 mila. Inoltre abbiamo riavviato la lotta all’evasione che con la precedente amministrazione si era bruscamente interrotta, recuperando 20,1 milioni di euro.

E la tassa rifiuti?

Quella addirittura è diminuita. Infatti con l’entrata in vigore della legge che ha stabilito l’obbligo da parte dei comuni di recuperare integralmente il costo del servizio, l’innalzamento iniziale non è stato frutto di una modifica tariffaria, ma semplicemente quello che prima veniva pagato dalla fiscalità generale, era entrato in bolletta. Fin dal 2014 però, grazie alla decisione di staccarci dal Consorzio di smaltimento e alle gare più vantaggiose che abbiamo bandito, siamo riusciti mediamente a ridurre del 10% la bolletta.

Però avete introdotto l’imposta di soggiorno.

Vero, e ricordo ancora l’ironia di qualcuno in Consiglio comunale che ci diceva: “Puntate sul far diventare Monza città turistica e poi tassate chi viene a dormire in città!” I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’offerta alberghiera è aumentata, i pernottamenti sono in continua crescita, tutte le somme dell’imposta di soggiorno sono state investite per la promozione della città.

Siamo in campagna elettorale, sia sincero: altri tagli all’orizzonte?

Per quanto mi riguarda nessuno. Anzi, considerato che abbiamo sanato il buco ereditato di quasi 9 milioni di euro e che da due anni a questa parte non ci sono stati più riduzioni nei trasferimenti e il patto di stabilità è andato in soffitta, possiamo realisticamente pensare di mantenere, se non addirittura migliorare, la qualità dei nostri servizi. Come pure sono convinto che anche sul piano delle opere pubbliche ci potremo permettere di investire con maggior continuità senza indebitarci, come invece aveva fatto chi ci ha preceduto.

E di finanziamenti europei non se ne parla dalle nostre parti?

La nostra parte l’abbiamo fatta, ad esempio ottenendo 1,2 milioni di euro nell’ambito del progetto Life ambiente per un progetto di sperimentazione di tecnologie contro smog e rumore in viale Libertà e per la realizzazione del progetto di nuova ciclabile Brumosa tra Monza e Brugherio. Ma per ottenere fondi dall’Europa occorre attrezzarsi per tempo. Guai pensare alla Ue come a un bancomat. Non è così, occorre entrare in sintonia con le loro regole, sviluppare relazioni con altre città europee e cogliere la giusta occasione per presentare progetti comuni. E’ quello che abbiamo fatto. Innanzitutto aderendo al Patto dei Sindaci europei e approvando il Paes, il piano per l’energia sostenibile. Si tratta di un piano che contempla una serie di misure per migliorare l’insieme della sostenibilità ambientale a partire dal miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, che ci consentirà di partecipare ai bandi europei di finanziamento.

Lei è anche presidente Anci Lombardia. Cosa ne pensano i comuni della regione, riescono a gestire le loro comunità o sarà sempre più difficile far quadrare i conti?

Abbiamo attraversato i cinque anni peggiori nella storia dei Comuni per quanto riguarda le risorse. Il problema però è che accanto alla riduzione delle risorse abbiamo dovuto subire anche una serie di vincoli sulla spesa. Insomma oltre a toglierci denari ci hanno anche imposto come spendere quel poco che era rimasto. L’autonomia finanziaria è andata riducendosi anche a causa di provvedimenti schizofrenici: pensiamo alla imposta sulla prima casa che prima c’era, poi è stata tolta, poi parzialmente rimessa e infine abolita definitivamente. Non credo esista sulla faccia della terra un sindaco contento di tassare i propri cittadini, ma una volta per tutte bisogna stabilire se ciascuna comunità ha il diritto o meno di determinare le proprie scelte. Oggi non è così ed è indispensabile riequilibrare i rapporti di forza troppo sbilanciati a favore dello Stato e delle Regioni, a scapito delle città.