Le città verso il voto. Sabato il sindaco uscente Pd ha rotto gli indugi A dicembre Berlusconi in persona aveva deciso di puntare su Allevi ma Lega,Ncd e la stessa Forza Italia hanno intanto tirato fuori altri nomi

L'articolo di Repubblica Milano

 

BRUNELLA GIOVARA «GIURI di tacere la fonte ». Giuro. «Allora le dico che vince Scanagatti ». La gola profonda di Monza non parla dal cuore del centrosinistra, ma dalla parte opposta, un centrodestra magmatico e diviso, e persino malinconico, che vorrebbe tanto riconquistare la terza città della Lombardia, dopo Milano e Brescia, ma sa già che così non ce la si fa.
A fine anno c' era una certezza, e un nome, uscito niente meno che da una cena ad Arcore dove Silvio Berlusconi disse: «Il candidato è Dario Allevi», ma quaranta giorni dopo questa gola profonda sembra quasi rassegnata alla vittoria del nemico Roberto Scanagatti, sindaco Pd uscente, presidente regionale Anci.
La primavera è vicina, il tempo è poco. Sabato scorso il sindaco ha lanciato la sua campagna, i Cinque stelle hanno già sette possibili candidati, ancora da vagliare e sperimentare, ma li hanno. Paolo Piffer, lista civica CivicaMente, si è già lanciato nell' arena. A destra invece si discute e ci si macera su che fare.
Primarie? Nel centrodestra suona sempre come una parolaccia, anche se il dirigente di banca Dario Allevi, uscito incoronato dalla cena con Berlusconi, non è - non era - del tutto contrario: «A giugno l' ho detto: facciamole, è lo strumento migliore. Ma adesso è tardi, ormai Scanagatti ha rotto le acque, non c' è tempo da perdere. La discussione con gli alleati è aperta, in questi giorni chiudiamo». Una settimana di tempo per capire il nome. Allevi, storico esponente di An, già vicesindaco nella giunta leghista guidata da Mariani, poi presidente della Provincia di Monza e Brianza, si dice tranquillo ma ammette che «c' è fibrillazione. Una umana e comprensibile fibrillazione.
L' importante è che alla fine si remi tutti nella stessa direzione ». Perché se il 28 dicembre sembrava tutto chiarissimo, ora il centrodestra ha sfornato altri tre nomi oltre a quello di Allevi. Pierfranco Maffè, medico, Ncd, ciellino, già assessore all' Istruzione nella giunta Mariani.
Domenico Riga, indicato dal vice coordinatore vicario cittadino di Forza Italia. E Marcello Sala, banchiere, anzi, vicepresidente vicario del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo. Lo candida la Lega, in attesa di ulteriori sviluppi sulle alleanze.
Sulla quaterna di nomi pesa uno spauracchio che si chiama Varese, culla della Lega, 23 anni di sindaci leghisti. Nel 2016 si era candidato come capolista pure Roberto Maroni, ma la città è andata al centrosinistra.
Un trauma, dopo mesi di bisticci su un nome che andasse bene a tutti. «Qui invece - ragiona Allevi - l' unità del centrodestra deve essere un must. Cinque anni fa abbiamo corso separati, e si è visto come è andata a finire. E poi c' è molto da fare. I monzesi non sono contenti del non lavoro dell' attuale giunta.
Dell' immobilismo, dell' insicurezza, del fatto che Monza ha perso molti treni Io voglio un' amministrazione amica delle imprese. E poi voglio la metropolitana, ecco».
La metropolitana è un po' il sogno di Monza. E anche il punto numero uno del programma del sindaco: «Porteremo qui la M5, che non è soltanto un mezzo di trasporto. Il rapporto con Milano ci porterà benefici, dobbiamo rendere il nostro territorio attrattivo, far sì che si investa qui». Scanagatti è ottimista. Le primarie non le ha fatte, non perché non volesse ma perché non ce ne è stato bisogno, il Pd sperava solo che si candidasse, come spiega il segretario locale del Pd, Alberto Pilotto: «Altrimenti avrei dovuto indire le primarie, e con i tempi che corrono non sarebbe stata una passeggiata ». Dalla sua ha un discreto consenso (sabato, alla presentazione, c' era anche Renato Mattioni, segretario della Camera di Commercio di Monza e Brianza), buoni rapporti con Confindustria, la conferma del Gran Premio. E la valorizzazione della Villa Reale, ormai polo culturale che attira migliaia di turisti, e del parco, aperto ai grandi concerti, seppure tra le accuse di chi vorrebbe più rispetto per l' area. In più ha portato al traguardo il nuovo Pgt, che promette di salvaguardare le zone verdi e di riutilizzare quelle dismesse. E non ha tagliato il welfare, il che non è poco, di questi tempi.
 Tra i temi caldi della prossima campagna elettorale la sicurezza. Ma molti insistono sui benefici del futuro arrivo del metrò.

 

20170208 repubblica