700 pagine contenenti studi archeologici, storici, sociali, di impatto economico; e poi le mappe delle macro aree e dei cluster locali (bacini omogenei) individuati nei territori di 6 Stati europei, dalla Germania all’Italia passando per la Repubblica Ceca, l’Austria, l’Ungheria e la Slovenia; e ancora: le numerose partnership istituzionali e scientifiche, dalle Regioni (tra cui la Lombardia), alle Università (15 nei paesi coinvolti, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università Bicocca) alle Camere di commercio, dai musei ai centri di ricerca, come Eurispes, e alle agenzie per lo sviluppo fino ad arrivare ai ministeri (tra cui quelli italiani dello Sviluppo economico, che mette a disposizione ICE, l’Istituto per il commercio estero, e della Cultura) e alla Cei, la conferenza episcopale italiana.  

Questi i contenuti del dossier che sarà consegnato domani al Consiglio d’Europa dal Comune di Monza e dall’associazione Longobardia per chiedere l’istituzione di un nuovo itinerario culturale europeo dedicato al percorso che i Longobardi hanno compiuto dal Mare del Nord fino a raggiungere il sud Italia.

Il punto sul progetto è stato fatto oggi a Monza dal sindaco Roberto Scanagatti, dall’assessore alle Attività economiche e al Turismo Carlo Abbà - che domani si recherà a Lussemburgo per consegnare materialmente il documento -, da Bruna Cesca e Roberto Muzzi, segretario e presidente dell’Associazione Longobardia, e Franco Gaiani, della Fondazione Gaiani.

A due anni dall'avvio del progetto le città aderenti sono più di un centinaio.  Tra queste Monza è capofila istituzionale, grazie, tra l’altro, alla presenza della Corona ferrea della Regina Teodolinda custodita nella Cappella degli Zavattari del Duomo di Monza, e utilizzata per l’incoronazione degli imperatori del Sacro romano impero prima e del Regno d’Italia in seguito.

Il nuovo circuito, prendendo spunto dal viaggio dei Longobardi e dalla loro eredità lunga diversi secoli (dal II, inizio della migrazione dal Mar Baltico, fino al XII esimo, data della caduta dell’ultimo ducato nell’Italia meridionale ad opera dei Normanni), è allo stesso tempo di valorizzazione culturale, delle economie locali, artigianali, agroalimentari e del turismo dei territori coinvolti.

4 le macro aree individuate nelle quali, grazie al lavoro svolto dalle numerose università coinvolte, è stato prima di tutto ricostruito scientificamente il percorso del popolo longobardo grazie ai ritrovamenti archeologici in bassa Sassonia, alle ricostruzioni paesaggistiche lungo il corso dell’Elba e all’eredità composta da chiese, monasteri e palazzi ancora oggi esistenti e molto diffusi soprattutto in Italia. Nella porzione italiana di circuito si contano 184 chiese e monasteri.

Le macro aree sono state a loro volta suddivise in cluster simili per territorialità e identità e che fungono da piattaforma omogenea per lo sviluppo dell’offerta turistica, economica e artigianale che sarà valorizzata dal brand del nuovo itinerario dedicato al popolo che l’Unesco considera tra i protagonisti della costruzione dell’identità europea, grazie alla loro capacità di fondere tra loro le diverse culture barbariche e poi di intrecciarle con quelle greco romana, slava e bizantina.

Nel corso di questi due anni l’associazione Longobardia ha già presentato domanda per attivare progetti europei di sostegno ai cluster per un valore di 4 milioni di euro. Sono stati inoltre già siglati preaccordi con tour operator che presenteranno offerte a partire dal 2017. Grazie alla collaborazione con il Centro turistico giovanile italiano saranno anche valorizzate le 151 strutture che contano 18500 posti letto in Italia.