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Premessa doverosa.

In Italia le primarie su scala nazionale sono nate come strumento di partecipazione per legittimare nel 2005 la leadership di Romano Prodi alla guida dell'Unione. Successivamente vennero adottate dal Pd addirittura per scegliere il proprio segretario che, nel partito a vocazione maggioritaria, doveva coincidere con il candidato premier del governo. Scelta rivelatasi quasi subito velleitaria, perché la frammentazione del quadro politico ha di fatto annullato ogni ipotesi di bipolarismo.

Col passare degli anni per il centrosinistra le primarie sono diventate uno strumento consueto per scegliere i candidati sindaci o i presidenti di regione. Che io sappia il centrodestra non ha mai utilizzato questo metodo.

Veniamo all'oggi.

Sono convinto che il rappresentate di un'organizzazione debba essere scelto, nelle forme e modalità stabilite statutariamente, dai suoi stessi aderenti. In un partito, quindi, dai propri iscritti. Diverso invece è il caso di un rappresentante della coalizione chiamato a guidare un'istituzione come il Comune o la Regione. Poiché la figura dovrà rappresentare non una singola istanza, bensì l'insieme della comunità di riferimento, è corretto che alla sua individuazione possa partecipare una platea più vasta di possibili elettori che non la ristretta cerchia dei vertici dei partiti o dei movimenti che compongono la coalizione. Tutto ciò, ovviamente, in assenza di una figura che per unanime e indiscusso riconoscimento possa essere considerata l'unica candidatura possibile.E in Regione Lombardia, non mi sembra proprio che questa ci sia. Le primarie non devono far paura. Sono un'espressione democratica e in una società così ormai distante dalla politica, si sono rivelate più di una volta uno strumento utile per restituire entusiasmo e voglia di partecipazione al nostro elettorato. Perché io continuo ad essere del parere che prima di convincere gli elettori del centrodestra a passare dalla nostra parte (Moratti docet) dovremmo preoccuparci innanzitutto di non perdere i nostri.

Conosco bene gli argomenti di chi è contrario. Ho dovuto anche fronteggiarli in un recente passato. Ma è dimostrato che i vantaggi superano abbondantemente i rischi. Le dispute diventano autoreferenziali quando i motivi del contendere non sono espliciti e interessano a malapena i gruppi dirigenti. Ed è ciò che sta accadendo.

Certo un sistema per uscire dall'impasse ci sarebbe anche ed è sotto gli occhi di tutti. Basterebbe che tutti i candidati dichiarassero la volontà di sottoporsi al vaglio delle primarie. A quel punto il tavolo della coalizione dovrebbe semplicemente prenderne atto e agire di conseguenza.

Ps: So perfettamente che i contenuti devono venire prima dei nomi, ma qui mancano novanta giorni alle elezioni e senza un po' di sano pragmatismo non si va da nessuna parte.