Intervista pubblicata da Il giornale di Monza
«Cosa mi ha lasciato il 2016? La convinzione che Monza ha potenzialità e ha iniziato a guardare al futuro con occhi diversi. Expo è stata una svolta. Il trend di presenze in città è proseguito anche dopo l’esposizione. Il 2016 ha poi confermato che Monza è una città solidale con valori straordinari. Ripartiamo da qui». Roberto Scanagatti, da qualche giorno ha iniziato non solo il nuovo anno, ma anche l’ultima fase del suo mandato amministrativo. All’orizzonte gli obiettivi per l’Esecutivo e una ricandidatura praticamente certa.
E dal 2017 cosa si aspetta? «Ci attende un appuntamento straordinario, la visita del Papa. Qualcuno pensa che certe cose accadano per caso. Non è così. Vogliamo farci trovare pronti. Poi si aprirà l’ultima fase del nostro mandato. Vogliamo fare bene».
Lei sarà ancora in campo… «Fare il sindaco a Monza non è facile. Né per me, né per i miei colleghi di Giunta. Certo, è una riserva che andrà sciolta. Credo presto. Mi sto confrontando con i partiti, con la gente. Tanto per essere chiari: mi chiedono se mi ricandido, non se vado a Roma. La mia disponibiltà c’è, ma voglio essere certo che ci sia un progetto che permetta di proseguire nel migliore dei modi questa avventura, fissando gli obiettivi da raggiungere. Non sono d’accordo con chi dipinge Monza come sporca, brutta e insicura. Vogliamo dimostrare ancora una volta l’opposto».
Se la vedrà con Dario Allevi... «Non lo so. Non mi sembra che nel Centrodestra siano così convinti. Se sarà lui il candidato, gli auguro una buona campagna elettorale, ma non certo di vincere...».
A proposito, ha sentito Civati? Che farà il suo movimento, «Possibile»? «Non lo vedo e non lo sento da un po’. Ci sentiremo presto. Ma credo sia impossibile pensare a “Possibile” fuori dalla coalizione».
Di recente, gli scenari economici e sociali stanno cambiando le priorità amministrative… «Abbiamo sempre messo le persone al primo posto. Oggi è ancor più importante proseguire su questa strada, anche se su un’opera pubblica non arretreremo di un millimetro...».
La metropolitana… «Ogni giorno il mio impegno è concentrato lì. Chi pensa che la vedranno i nostri nipoti sbaglia: davvero questa volta la vogliono tutti. Si tratta di un prolungamento, la tecnologia ha fatto passi da gigante. La previsione di un deposito treni in città è fondamentale e ad oggi abbiamo la certezza di due fermate a Monza già nella prima fase dei lavori».
Sicurezza e profughi sono altri temi importanti «Vogliamo il controllo del territorio, ma non per spot. I fatti di Sesto dimostrano questa nostra convinzione. Un terrorista è stato fermato di notte durante una normale richiesta di documenti. Associare immigrazione e sicurezza è una forzatura».
Sui profughi però cambierete registro... «Sì, aderiamo al progetto Sprar e all’accordo tra Anci e Ministero dell’Interno: 2,5 massimo 3 profughi ogni mille abitanti. Con questi criteri, Monza non può più ospitare rifugiati. Ma soprattutto non ci saranno più bandi delle prefettura. Il primo garante sarà il Comune, ma vogliamo coinvolgere parrocchie e associazioni di volontariato, sane. I profughi dovranno imparare la lingua, condividere usi e costumi, fare qualche lavoretto senza far concorrenza a nessuno. Io non li voglio più vedere in giro a bighellonare. Al Governo però chiedo una cosa: per far questo, abbiamo bisogno di risorse, ma soprattutto di sbloccare le assunzioni».
Passiamo a un tema più leggero...le luminarie natalizie. «Non è un argomento stupido. E’ evidente che da qualche anno qualcosa non funziona. Sia chiaro: Il Comune non le fa e nemmeno ci mette soldi. Ringraziamo chi le ha fatte e non mettiamo in croce chi ha rinunciato. Negli ultimi giorni prima di Natale c’è stato un buon afflusso, ma se pensiamo all’evento che crea Como, in effetti siamo rimasti indietro. Vogliamo coinvolgere i privati, vogliamo fare qualcosa anche noi come sul lago. Ma dobbiamo muoverci da oggi».
Altra nota dolente, lo smog... «E’ vero, è un problema serio. Motivo in più per avere la metropolitana. Anche perché il traffico dei privati e i tagli sul trasporto pubblico non aiutano. Bisogna poi creare delle alternative, perché Monza soffre di un traffico di attraversamento, più che di destinazione. Il resto dovremo farlo con campagne di sensibilizzazione, interventi energetici su edifici pubblici e privati, ma anche con il “lavaggio” delle strade».
Fonte: www.giornaledimonza.it